Ritengo di avere la presunzione, per altro meritatissima, di conoscere a fondo l’artista – e ancor prima l’uomo – Italo Corrado dopo anni di meravigliose esperienze umano-lavorative vissute sempre al suo fianco. Vi sono infatti delle vibrazioni dell’animo sì forti, nobili e penetranti, oserei dire talmente intense persino per il primordiale mezzo di comunicazione quale la parola – o lo scritto – che rischiano di apparire limitative rispetto alla straripante potenza umana dell’essere. Nel caso specifico, dell’essere Italo. Un artista poliedrico, stralunato, talentuoso, sensibile, accorto, meticoloso, velato da quella sana follia creativa che gli permette di andare oltre, innalzando il suo vivere tra i percorsi eleganti dell’arte, anzitutto considerata quale sinonimo di “naturale salvezza” rispetto all’aridità dell’essere umano. Così, da questo “temporale” di emozioni, da questa continua battaglia giornaliera tra il suo nobile animo pittoresco e la pochezza della società odierna, nascono – come una naturale conseguenza – dei quadri di indiscusso valore artistico.
Corrado, laureatosi a pieni voti all’Accademia delle Belle Arti di Brera in Milano alla corte dei più celebri maestri e professori del settore, rappresenta infatti la perfetta sintesi tra lo studio accademico e il talento naturale, binomio imprescindibile per qualsiasi successo umano.
I tratti che ammiro maggiormente del suo solare carattere sono la positività, la luce e la sua incredibile velocità nel recepire il messaggio visivo traslandolo poi sulle tele, una fulminea ispirazione che a pochi eletti – baciati appunto dal dono naturale – è concesso avere. Accanto a ciò, inevitabilmente, si nasconde il razionale contrappeso dello “stento esistenziale” che attanaglia e accomuna tutti i più grandi artisti, quasi fosse un’immeritata colpa il godere di tutti questi benefici interiori, soprattutto agli occhi di un mondo basato esclusivamente sul freddo calcolo matematico.
Tutto questo “bagaglio esistenziale” ha permesso a Italo di raggiungere importanti risultati non solo nel campo della pittura, bensì e anche nel campo teatrale in qualità di attore e di scenografo dove si è egregiamente misurato con i più importanti attori italiani.
Prestigiose infine le sue mostre personali, considerando anche la giovane età dell’artista, allestite in celebri contesti architettonici del nord Italia e della vicina Svizzera (tra cui doveroso citare Lugano, Locarno, Milano e gli incantevoli centri turistici di Luino e Stresa sul lago Maggiore), oltre al Teatro Giuditta Pasta di Saronno, di cui Corrado è stato altresì vicepresidente.
Il mio invito pertanto è quello di leggere nelle sue opere la forza dell’immagine che ho cercato di descrivere in questa breve prefazione, con l’auspicio che la passione di Corrado per l’arte e la pittura non lo abbandonino mai. E sono certo che così sarà.
Francesco Pellicini
Direttore artistico